Provincia autonoma di Trento

Gilmozzi illustra ai partecipanti ICCROM la candidatura UNESCO del Monte Baldo

Oggi pomeriggio la sessione finale al Castello del Buonconsiglio
Si avvia a conclusione la visita in Trentino dei partecipanti al corso International Course on Promoting People-Centred Approaches to Conservation of nature and Culture 2017 (ICCROM) dell'UNESCO, provenienti da 21 Paesi diversi. Nel pomeriggio di oggi, si è tenuta la sessione finale dei lavori al castello del Buonconsiglio. Ieri, invece, nell'ambito di un'agenda fitta di impegni, l'incontro con l'assessore Mauro Gilmozzi. "Siamo qui per mostrarvi le sfide del futuro di questo territorio. Dopo i riconoscimento delle Dolomiti bene UNESCO stiamo lavorando ad una candidatura del monte Baldo - ha detto Gilmozzi - Il clima del più grande specchio d'acqua dolce d'Italia ha permesso lo sviluppo di una natura talmente speciale che ci spinge a candidarlo il monte Baldo Bene naturale e culturale insieme. Una grande sfida che pensiamo possa essere interessante anche per l'UNESCO".

Un saluto è stato portato da Alessandro Aichner, presidente dell'Associazione Humus, che raccoglie gli studenti che hanno partecipato ai master sulla gestione dei beni naturali UNESCO.
Giuliana Cristoforetti del dipartimento Affari istituzionali e legislativi e Alessio Bertolli del Museo Civico di Rovereto hanno poi approfondito il tema della candidatura del monte Baldo. Cristoforetti ne ha illustrato lo "spirito" ripercorrendo attraverso alcune slide la storia dei rapporti fra questo luogo e la comunità scientifica internazionale. "Dal 1566, anno di pubblicazione del Viaggio di Monte Baldo di Francesco Calzolari, abbiamo a disposizione documenti e report importanti in merito alle erborizzazioni effettuate dagli studiosi per approfondire la conoscenza delle specie presenti sulle sue pendici, da Girolamo Fra Castoro (1500) a Ludwig Josef Heufler (1842), passando per Pietro Andrea Mattioli, botanico e medico del principe vescovo Bernardo Clesio. Le erborizzazioni sono continuate anche durante la guerra dei Trent'anni. Solo la Prima guerra mondiale le ha interrotte. Oggi questi repport ci consentono una lettura diacronica del mutare del clima, del paesaggio nonché delle frequentazioni e dell'uso di questo luogo unico al mondo".

Ha poi preso la parola il direttore del Museo civico Alessio Bertolli che ha inquadrato la zona del Monte Baldo con i suoi "390 chilometri quadrati, di cui 228 in territorio trentino e 161 in territorio veneto. L'importanza del monte Baldo è sintetizzabile così: ricchezza floristica; specie endemiche e rare; fasce vegetazionali; infine l'importanza storico-botanica. Il Baldo è un hot spot floristico: delle 4.491 specie presenti sulle Alpi 2131 sono  qui, dai 65 metri del Lago di Garda ai 2.218 della cima, con una differenza climatica che va dal l'olivo alla stella alpina. In 450 anni di attività scientifica oltre 600 studiosi hanno pubblicato sulle specie floristiche e del Monte Baldo".

Nelle risposte alle domande dei referenti UNESCO l'assessore Gilmozzi ha evidenziato come insieme alla Provincia autonoma e a tutte le istituzioni facenti capo alle aree protette e a Natura 2000 esista in Trentino la Fondazione Edmund Mach che apporta un contributo prezioso alla gestione delle foreste alpine. "Il nostro paesaggio alpino non è uno spazio naturale isolato, non è wilderness ma è abitato. Sono luoghi vissuti che nel contempo preservano una ricchezza straordinaria - ha sottolineato l'assessore  - . La conservazione di questi habitat aiuta,  dunque, non solo a preservare le specie ma a creare opportunità di sviluppo anche economico. Questa particolare attenzione del Trentino al patrimonio naturalistico ha radici profonde ed è coerente con l'impegno del noto naturalista Renzo Videsott, che contribuì alla definizione del concetto di parco naturale.